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Caso Djokovic, il serbo ammette di aver fornito dichiarazioni false: rischia il carcere

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Assume contorni sempre più grotteschi la vicenda riguardante il tennista Novak Djokovic, il quale ha ammesso in un post su Instagram, che la dichiarazione di viaggio rilasciata alle autorità di frontiera al suo arrivo in Australia, conteneva informazioni errate, poiché aveva dichiarato nel questionario Covid di non aver viaggiato nei 14 giorni precedenti, mentre in realtà si era recato in Spagna dalla Serbia.

In particolare, il campione serbo ha parlato di un “errore umano e certamente non volontario” di un membro del suo staff, affermando inoltre di rifiutare la disinformazione riguardo le sue uscite pubbliche in Serbia, nonostante un test PCR positivo al Covid-19, del quale ha appreso il risultato solo il giorno successivo alla sua partecipazione ad un evento di tennis giovanile. Tuttavia, lo stesso Djokovic, dopo aver appreso della sua positività, ha violato l’isolamento per un’intervista con un giornalista dell’Equipe. Pertanto, il diretto interessato ha ammesso:

Non volevo deludere il giornalista, ma mi sono assicurato di mantenere il distanziamento sociale e d’indossare una mascherina, tranne quando mi hanno fotografato. Dopo l’intervista sono tornato a casa per il previsto periodo di isolamento, ma ripensandoci è stato un errore di giudizio e ammetto che avrei dovuto riprogrammare l’impegno”. Rincara la dose il giornalista, il quale ha dichiarato di non essere stato messo a corrente della positività di Nole, ma di aver appreso la notizia soltanto dopo il fermo del tennista.

Ad ogni modo, come spiegano i media australiani, la condanna per aver dichiarato il falso è di cinque anni di carcere. Perciò, le autorità del Paese sono ora al lavoro, per analizzare le discrepanze nelle affermazioni del serbo, il quale rischia davvero tanto. Seguiranno aggiornamenti!

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Putin: “Possibile tregua in Ucraina per le prossime Olimpiadi”

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Il presidente della Russia, Vladimir Putin, ha confermato di aver parlato con Xi Jinping, l’omologo cinese, circa la possibilità di una tregua in Ucraina in concomitanza delle prossime Olimpiadi.
Anche se il presidente ucraino Voldymyr Zelensky si è mostrato alquanto scettico su questa evenienza.
Il presidente Xi Jinping ha detto che la Cina “sostiene la convocazione di una conferenza di pace internazionale riconosciuta da Russia e Ucraina al momento opportuno con pari partecipazione e discussione equa di tutte le opzioni”.

Russia e Cina s’impegneranno a rafforzare i legami militari, in base alla dichiarazione congiunta firmata a Pechino dai presidenti Vladimir Putin e Xi Jinping.

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Filippo Mosca: la Corte di Appello rumena conferma la condanna

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La Corte di Appello, in Romania, ha confermato la condanna a 8 anni e 3 mesi di reclusione nei confronti di Filippo Mosca e Luca Cammalleri.
I due giovani, originari di Caltanissetta, sono rinchiusi nel carcere di Porta Alba, a Costanza, in Romania, da oltre un anno, con l’accusa di traffico internazionale di stupefacenti.

Stessa condanna per una ragazza italiana la cui identità è ignota.

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Dopo 35 anni, torna in vita l’antenato di Google: si chiama ‘Archie’

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Con un’operazione tecnologica all’insegna della nostalgia, degli sviluppatori di The Serial Port hanno fatto tornare in vita quel che fu il primo storico motore di ricerca web ‘Archie’, in pratica l’antenato di Google.
Il sistema Archie fu sviluppato, nel 1989, alla McGill University School of Computer Science (Canada) da Alan Emtage, Bill Heelan e Peter Deutsch: è un sistema che permette di effettuare una ricerca di file su server FTP anonimi.
Con l’avvento di Yahoo e Google, però, finì nel dimenticatoio.

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